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Avete mai sentito parlare del mestiere del cenciaiolo o straccivendolo? È un mestiere antico che ha però molto da insegnare a chi oggi punta sulla moda sostenibile. Una volta il cenciaiolo raccoglieva cenci (o stracci) usati e scarti tessili, li divideva per colore e consistenza, ne rigenerava le fibre e creava nuovi tessuti da rivendere. Il cenciaiolo praticava già il riciclo, ma non per rispetto dell’ambiente, bensì per necessità. Grazie al recupero di questa tradizione, oggi si producono tessuti rigenerati sostenibili. Sostenibili, perché recuperare gli scarti tessili e trasformarli in un filato ha, ovviamente, un impatto ambientale inferiore rispetto alla produzione di un filato nuovo. Un esempio? Il ciclo produttivo di un maglione di cachemire riciclato consuma il 65 % di acqua e il 68% di energia in meno rispetto alla produzione di uno nuovo. Inoltre, consente di risparmiare l’83% di emissioni CO2 e di salvaguardare quindi l’ambiente. E allora, viva i cenciaoli e la moda ecosostenibile!