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    Nabucco

    DIFFICILE
    Adesso 2/2019
    Nabucco
    © Emanuele Lamedica
    Von Salvatore Viola

    IN BREVE

    Titolo originale: Nabucodonosor [Nebukadnezar]
    Musica: Giuseppe Verdi (1813-1901)
    Libretto: Temistocle Solera (dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu)
    Prima: Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842
    Aria più famosa: Il coro del Va pensiero
    Durata: circa 1 ora e 40 minuti

    o la va o la spaccaalles oder nichtsO la va o la spacca

    Ci sono volute le ripetute l’insistenzaDrängeninsistenze dell’impresario Bartolomeo Merelli e del suocero Antonio Barozzi per convincereüberzeugenconvincere Giuseppe Verdi, non ancora trentenne, a comporre la musica per il Nabucco, l’opera che gli aprirà le porte della la famaRuffama e del il culmineHöhepunkt, Spitzesuccesso. Siamo nel 1840 e Giuseppe Verdi è al culmine di una profonda crisi esistenziale aggravatohier: verschärftaggravata dalla morte, a soli 26 anni, della moglie Margherita. È sul punto di rinunciareverzichtenrinunciare definitivamente alla musica. La sua seconda opera, Un giorno di regno, rappresentareaufführenrappresentata al Teatro alla Scala di Milano il 5 settembre 1840, è stata un fiasco completo. “O la va o la spacca”, si sarà detto il compositore parmense, accingersidarangehenaccingendosi a comporre la musica del Nabucco. Si può solo lontanamente immaginaresich vorstellenimmaginare la sua tensione il giorno della la primaErstaufführungprima. Quel 9 marzo 1842 il teatro milanese è gremitogesteckt vollgremito. Tra il pubblico siede nientemenoniemand Geringerernientemeno che Gaetano Donizetti (1797-1848), un il mostro sacroStarmostro sacro del melodramma italiano, autore di opere immortali come Lucia di Lammermoor o Elisir d’amore. Quando cala il siparioder Vorhang fälltcala il sipario, il teatro esplode. Il successo è straordinario. Quello stesso anno, il Nabucco viene replicarewiederholenreplicato altre 65 volte e ancora oggi è una fra le opere più rappresentate al mondo.

    Va pensiero

    Quest’aria è una delle più famose del melodramma italiano. La sua melodia cantilenanteleiernd, hier: eingängigcantilenante, facile da imparare, l’ha renderemachenresa popolare anche tra i non appassionati di opera lirica. Ma il Va pensiero è stato anche il simbolo del Risorgimento e dell’l’unitàEinheitunità d’Italia. Per questo molti italiani hanno sperato che diventasse l’l’inno nazionaleNationalhymneinno nazionale. Invece è diventato inno non dell’Italia, ma di un il partitoParteipartito: la Lega, quando ancora era Lega Nord. Il partito, al tempo guidato da Umberto Bossi, battersikämpfensi batteva in favore dell’autonomia dell’Italia del Nord. C’era addirittura chi sperava nella la secessioneAbtrennung, Sezessionsecessione, per liberarsi definitivamente dall’oppressione di “Roma ladrona”. Insomma, molti nostri il concittadinoMitbürgerconcittadini “settentrionali” si sentivano un po’ come gli ebrei schiavi dei perfidi e corrotti Babilonesi. Una curiosità: scriviamo Va pensiero (senza apostrofo, e non Va’ pensiero) perché questa è la forma usata nel libretto originale, scritto in un’epoca nella quale l’ortografia dell’italiano non aveva ancora raggiunto la sua sistemazione attuale. Oggi va’, nel senso di vai, richiede l’uso dell’apostrofo.
     

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