Maremma è una parola che i toscani, nel loro coloritodeftigcolorito il frasarioAusdrucksweisefrasario, usano spesso a mo’ dialsa mo’ di l’imprecazione f.Fluchimprecazione. Dicono: “Maremma, che il tempaccioSauwettertempaccio!” oppure, “Maremma ***!”, dove gli l’asteriscoSternchenasterischi stanno per il termine volgare che descrive la la più antica professione del mondoältestes Gewerbe der Weltpiù antica professione del mondo. Lo fanno perché il territorio della Maremma – prima di essere bonificaretrockenlegenbonificato e diventare una delle zone più belle e rinomate della Toscana – era occupato da la paludeSumpfpaludi infestatoheimgesuchtinfestate da insetti. Come narrano le cronache del XVII secolo, la già ben poca terra adatta alla coltivazione veniva inoltre periodicamente flagellatogegeißeltflagellata da invasioni di la cavallettaHeuschreckecavallette.
La vita nell’antica Maremma, dove si morire di stentihungers sterbenmoriva di stenti e di malattia, non era solo dura, ma soprattutto amara, come dicono i versi di uno struggenteergreifendstruggente canto popolare: “Tutti mi dicon Maremma, Maremma, ma a me mi pare una Maremma amara. L’uccello che ci va perde la la pennaFeder(kleid)penna, io c’ho perduto una persona cara”. In Maremma perse una persona cara persino il il ducaHerzogduca Leopoldo di Lorena. Era il 1824 e suo padre, il il granducaGroßherzoggranduca di Toscana Ferdinando, che si era messo in testa di bonificare il territorio con le proprie mani, morì di malaria.
Questa la Maremma di ieri. Quella di oggi è un territorio straordinario e selvaggiowildselvaggio, dal fascino unico. La regione che tutti conoscono per le sue dolci la collinaHügelcolline, i cipressi e le meravigliose città d’arte mostra qui il suo lato più sorprendente e autentico. La Maremma, terra a suo modo ancora selvaggia, dove il mare e la campagna fondersiineinander übergehensi fondono, è un luogo di tradizioni antiche in cui resistono antichi il mestiereHandwerkmestieri, un luogo in cui è possibile trovare le la radiceWurzelradici di una Toscana remota e genuina.
Enigma in luogo di mare. Castiglione della Pescaia
Parleremo di sicuro in un’altra occasione dell’l’entroterra m.Landesinnereentroterra e di luoghi incantevolebezauberndincantevoli come Pitigliano, Capalbio, Massa Marittima o Grosseto, capoluogo della Maremma. Oggi concentriamoci sul mare; in fondo è estate, no? Oltretutto, il mare è contenuto nel nome Maremma. No, non è questa la soluzione dell’enigma citato nel titolo di questo paragrafo. Prima di affrontarlo, lasciatemi dire che il nostro viaggio lungo la costa maremmana procederà da nord a sud, da Castiglione della Pescaia a Capalbio Scalo, quasi ai confini con il Lazio. E ora sveliamo il mistero che non è un mistero. Chiunque essere appassionatoFan seinsia appassionato di il libro gialloKrimilibri gialli, come il sottoscritto, conosce le opere di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, due geni del genere. Di conseguenza, chiunque giungereankommengiunga nella deliziosa Castiglione non può non pensare che a qualche chilometro da qui si trova quella la pinetaPinienhainpineta di Roccamare – “una larga ed ininterrottoununterbrochenininterrotta striscia di verde lungo il mare” – in cui è essere ambientatospielenambientato uno dei loro romanzi più intrigantespannendintriganti, per l’appunto Enigma in luogo di mare (Das Geheimnis der Pineta, Piper Verlag 1993).
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