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Al Museo Civico Archeologico di Bologna si possono osservare due steli romane su cui sono raffigurati sette piccoli maiali e un mortaio. Il defunto, al quale sono dedicate le steli, esercitava l’arte della salumeria e si era distinto nel realizzare il “Farcimen Mortatum”, un insaccato ottenuto pestando la carne di suino nel mortaio: quell’insaccato era l’antenato dell’odierna mortadella. Nel Medioevo la ricetta della mortadella era gelosamente custodita dai membri dell’Arte dei Salaroli, gli unici che potevano certificarne l’autenticità con un sigillo che veniva impresso sul salume. Tuttavia furono gli studenti, che venivano da ogni parte d’Europa per frequentare la prestigiosa università di Bologna, a propagare la fama della mortadella e il nome “Bologna” divenne sinonimo di questo roseo salume.