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Nata a Roma nel 1593, Artemisia Gentileschi è stata una delle più importanti pittrici italiane. In un’epoca in cui le donne non possono frequentare le scuole d’arte, Artemisia ha la possibilità, sin da piccola, di maturare il suo precoce talento pittorico nella bottega del padre, esponente del caravaggismo romano. In una delle prime opere della giovane artista, intitolata Susanna e i vecchioni, l’influenza dell’arte di Caravaggio è infatti piuttosto evidente. La sua attività nella bottega paterna si interrompe però bruscamente in seguito al processo, voluto dalla famiglia di Artemisia, contro il maestro di prospettiva Agostino Tassi, denunciato per aver violentato la ragazza. Le umiliazioni subite e la crudezza dei metodi inquisitori si rispecchiano in due tele con lo stesso soggetto (Giuditta che decapita Oloferne) che vengono interpretate in chiave psicologica come una rivalsa nei confronti del proprio aggressore.