Oh! come entrasti tu qui? Ed a qual fine? I muri che circondano questo giardino sono arduosteil, beschwerlichardui...
Nella tragedia di Shakespeare, Romeo si sente rivolgere(an sich) richtenrivolgere queste parole dalla sua Giulietta, ma se fosse qui a Verona oggi, probabilmente gli verrebbe un il colpoSchlagcolpo prima di ascoltarle fino in fondobis zum Endefino in fondo: Giulietta è diventata infatti la donna più amata e raggiungibile del mondo, con migliaia e migliaia di l’ammiratore m.Verehrerammiratori che farsi in quattrosich die Beine ausreißensi fanno in quattro in nome del suo amore e sostarestehen bleibensostano per ore sotto al suo balcone, come se da un momento all’altro la la fanciullaMädchenfanciulla potesse affacciarsisich zeigenaffacciarsi. Altro che “muri ardui”! Per non parlare della sua statua! Non si contano i fan che si avvicinano per toccarle i seni, ora il destro, ora il sinistro. Vai a spiegare a Romeo che quel gesto non ha nulla di maliziosoboshaft, arglistigmalizioso: chi lo compie si aspetta semplicemente fortuna e la prosperitàWohlstandprosperità! E poi ci sono le lettere. Lo sa, il giovane Montecchi, che Giulietta riceve la missivaBrief, Schreibenmissive da tutto il mondo e che in città esiste addirittura un ufficio per smistaresortierensmistare la corrispondenza ed elaborareerstellenelaborare risposte da inviare ai il cuore infrantogebrochenes Herzcuori infranti?
comunque siawie auch immerComunque sia, benvenuti a Verona. Quella romantica di Romeo e Giulietta, quella musicale dell’Arena e – perché no? – quella goderecciogenussvollgodereccia di Vinitaly e del pandoro. La città dove si può passeggiare per ore lungo le rive dell’l’Adige m.EtschAdige e magari imbattersi in qcn.zufällig auf jdn. treffenimbattersi nella la dea bendataGöttin mit verbundenen Augen, Fortunadea bendata: il il pozzoBrunnen, SchachtPozzo dei desideri si trova in Vicolo San Marco in Foro e c’è chi dice che basta gettarvi una monetina perché la vita cambi da un momento all’altro…
Nel il salotto buonogute Stube, Salonsalotto buono
La prima tappa obbligata è il salotto buono di Verona: Piazza delle Erbe. sortoerrichtetSorta sull’l’impiantoAnlageimpianto dell’antico Foro Romano, è stata per il secoloJahrhundertsecoli il centro nevralgico della vita politica ed economica cittadina. Animata da un vivacissimo mercatino, è il luogo ideale per fare compere e guardarsi intorno, alla scoperta dei numerosi monumenti. Provenendo da Via Mazzini, ci s’imbatte per esempio nella Colonna del Mercato, del 1401, con un’l’edicolaNische, Kioskedicola gotica sulla cima, voluta da Gian Galeazzo Visconti per esporre le le insegne pl.Insignieninsegne della sua la signoriaHerrschaftsignoria, iniziata nel 1388. Poco più in là allargarsisich erstreckensi allarga la vasca della fontana di Madonna Verona, costruitoerrichtetcostruita nel 1368, ornatogeschmücktornata da teste in rilievo e dominata da una statua romana del I secolo d.C. Risale al 1523 la Colonna di San Marco, in marmo bianco, che sorreggeretragensorregge il leone simbolo della Repubblica di Venezia. Un’occhiata ai palazzi che circondano la piazza essere doverosoein Muss seinè doverosa, perché qui si è scritta la storia di Verona. Sempre provenendo da Via Mazzini, si incontra per prima la sontuosoprunkvollsontuosa Casa dei Mercanti, fatta costruire nel 1301 da Alberto I della Scala, signore di Verona dal 1277 fino alla morte: la caratterizza un il porticatoArkadenporticato retto da colonne e il pilastroPfeilerpilastri, anche se gran parte delle sue forme romaniche sono andare persoverloren gehenandate perse in seguito a una ristrutturazione avvenuta nell’Ottocento, quando diventò la sede della la Camera di CommercioHandelskammerCamera di Commercio. degno di notanennenswertDegno di nota è anche Palazzo Maffei, imponente edificio del 1668 in forme tardobarocche, dotato diausgestattet mitdotato di una terrazza che un tempo era un il giardino pensileHängegartengiardino pensile.
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