Vedi Napoli e poi muori. Sono le parole che Goethe utilizzò per esprimere il il turbinioStrudelturbinio di emozioni che provava di fronte a una città capace di stregarebetören, verhexenstregarlo con la sua bellezza e il suo grande fascino. Napoli è una città meravigliosa, una delle più caratteristiche del Belpaese, in grado di inebriarebenommen macheninebriare come poche, di avvolgereumhüllenavvolgere con i suoi colori, i suoi profumi, i suoi il rumoreLärmrumori e il suo perenneimmerwährendperenne caos. Di certo non è una città ordinata; è un po’ un mondo a séeine Welt für sichun mondo a sé, con regole proprie e modi di affrontareanpackenaffrontare i problemi che non si trovano in altre parti d’Italia. Una filosofia di vita, un caos creativo che è stato nei secoli il terreno fertileNährbodenterreno fertile per il talento di artisti di ogni genere. Musicisti, pittori, scrittori, attori, registi.
Una città in il fermentohier: Bewegungfermento e in piena la rinascitaWiederaufblühenrinascita grazie al il recuperoSanierungrecupero di zone degradatoverfallendegradate, anche tramite l’l’arte contemporaneazeitgenössische Kunstarte contemporanea: si pensi ai Quartieri Spagnoli e a Forcella, fra i più problematici di Napoli, diventati la “casa” di magnifiche opere di street art, ma anche al Madre, il Museo Donnaregina, che espone arte contemporanea al 79 di Via Settembrini, nel cuore storico di Napoli. Insomma, Napoli è un luogo pieno di lo stimoloAnreizstimoli a il livelloEbene, Niveaulivello culturale, una città che riappropriarsi dizurückgewinnensi sta riappropriarsi dizurückgewinnenriappropriando dell’originaria bellezza, senza rinunciare alla sua natura più profonda, che la rende davvero unicoeinzigartigunica e così amabile. Una bellezza che ha la radiceWurzelradici lontane e si esprime in 2.800 anni di storia fra le vestigia pl.Spurenvestigia greche, romane e gioielli architettonici di tutte le epoche. In particolare, i maestosi e sfarzosoprunkvollsfarzosi palazzi e le chiese del tipico Barocco napoletano, che è possibile ammirare soprattutto nel il centro storicoAltstadtcentro storico, non a caso riconosciuto nel 1995 Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, ma anche nei il colleHügelcolli circostanti e lungo il il litoraleKüstenstreifenlitorale che estendersisich erstreckensi estende per diversi chilometri in uno dei il contestohier: Gegendcontesti più belli d’Italia: il Golfo di Napoli. A vegliareWache haltenvegliarlo c’è la maestosa silhouette del Vesuvio, da cui si abbracciare con lo sguardoüberblickenabbracciano con lo sguardo la Penisola Sorrentina, le isole di Capri, Ischia e Procida e, più in lontananza, l’arcipelago delle isole Ponziane.
Una città in fermento e in piena rinascita
Il cuore di Napoli è Piazza del Plebiscito, con il suo il colonnatoSäulengangcolonnato e la caratteristica forma a ellisse. Sulla piazza affacciarsi suliegen ansi affaccia la Galleria Umberto I, un il passaggioPassagepassaggio di 1.076 metri quadrati a forma di crocekreuzförmiga forma di croce, copertoüberdachtcoperto da la voltaGewölbevolte e da una cupola in il ferroSchmiedeeisenferro e il vetroGlasvetro. È stato aperto fra il 1887 e il 1890, dunque prima della Galleria Vittorio Emanuele II di Piazza Duomo a Milano, costruita 20 anni dopo. Si affaccia su Piazza del Plebiscito anche il seicentescoaus dem 17. Jahrhundertseicentesco Palazzo Reale, una delle residenze dei il sovranoHerrschersovrani del Regno delle Due Sicilie. All’interno, oltre al Teatrino di Corte e alla Biblioteca Nazionale, si trovano le sontuosoprachtvollsontuose stanze del Museo del Palazzo Reale, in cui sono conservati l’arazzoGobelinarazzi, dipinti, gli arredi pl.Einrichtungsgegenständearredi e decorazioni, mentre la Cappella Reale celarein sich bergencela lo splendido altare di Dionisio Lazzari, uno dei massimi l’esponente m.Vertreteresponenti del Barocco napoletano. A pochi passi c’è il Teatro San Carlo, la metaZielmeta imperdibile per gli amanti di opera. fondatogegründetFondato nel 1737, prende il nome dal re Carlo di Borbone, che ne volle la costruzione, ed è uno dei teatri più antichi e famosi del mondo. “Non c’è nulla in tutta Europa, che non dico avvicinarsiähnlich seinsi avvicini a questo teatro, ma ne dare la più pallida ideaim entferntesten eine Vorstellung vermittelndia la più pallida idea. Gli occhi sono abbagliatogeblendetabbagliati, l’l’animaSeeleanima rapitohingerissenrapita”, scrisse Stendhal. Nella Piazza Trieste e Trento, su cui affaccia il teatro, merita una sosta il Gran Caffè Gambrinus, per sperimentare quello che a Napoli è un vero il ritoRitualrito: il caffè, accompagnato magari da uno dei classici della pasticceria locale: un il babàmit Rumsirup getränktes Hefegebäckbabà, una la sfogliatellamit Ricottacreme und kandierten Früchten gefülltes Blätterteiggebäcksfogliatella o una fetta di la pastieraTorte mit Ricotta, vorgekochtem Weizen und kandierten Früchtenpastiera, da assaporare nel luogo dove negli anni Trenta si ritrovavano artisti e intellettuali.
NAPOLI sotterraneounterirdischSOTTERRANEA
Tutto lo lo splendoreGlanzsplendore della città non esisterebbe senza la Napoli segreta, che ormai da diversi anni, pezzo dopo pezzoStück für Stückpezzo dopo pezzo, viene svelata ai visitatori tramite affascinanti la visita guidataFührungvisite guidate. Si tratta della cosiddetta Napoli sotterranea, un vero e proprio il dedaloLabyrinthdedalo di il cunicoloStollen(gang)cunicoli ipogeounterirdischipogei. Una sorta di città sotto la città che permette di viaggiare nel tempo dall’epoca greca e romana fino ai giorni nostri fra la cisternaZisternecisterne, l’ossarioBeinhausossari e catacombe come quelle di San Gennaro, le più antiche di Napoli, risalenti al II secolo d. C.
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