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    Affamato in biblioteca

    FACILE
    Adesso 6/2019
    panino in biblioteca
    © stockcreations/Shutterstock.com
    Von Marco Montemarano

    affamatohungrigAffamato in biblioteca

    Passavo le giornate in una piccola biblioteca storica di Bergamo, la città dove sono nato. Stavo finendo di scrivere la la tesi di laureaBachelorarbeittesi di laurea in psicologia e quel luogo, con i suoi lo scaffaleRegalscaffali di legno e i libri antichi, mi calmava. Portavo lì il mio computer, lo accendevo e riuscivo a lavorare per sei, sette, otto ore. Mi sedevo sempre allo stesso posto in fondoganz hintenin fondo alla sala, che normalmente era libero. Un giorno, proprio lì, ho trovato un pacchetto. L’ho lasciato dov’era e mi sono messo a lavorare. Nessuno è venuto a prenderlo. Ho aspettato qualche ora, poi incuriosirsineugierig werdenmi sono incuriosito e l’ho aperto. Dentro c’era un panino. Con il formaggio, il prosciutto e dell’insalata. Proprio un bel panino. Avevo fame, ma non era mio, così ho richiuso il pacchetto. Dopo un’altra ora però non ho resistito. Ho aperto di nuovo il pacchetto e ho morderehineinbeißen inmorso il panino. In quel momento ho sentito una la risataLachenrisata molto discreta. Ho alzato gli occhi e dall’altra parte della sala ho visto la bibliotecaria, una signora sui 60 anni, che rideva pulireputzenpulendo gli occhiali. Mi sono spaventato e così ho posato nuovamente il panino sul tavolo. Il mio lo stomacoMagenstomaco faceva però degli strani rumori. Mi era bastato un morso per capire che quel panino era buonissimo, fatto con amore. Dopo un po’ ho visto la bibliotecaria che alzarsiaufstehensi alzava dal suo posto. È passata tra i tavoli e mi è venuta vicino. inchinarsisich bückenSi è inchinata. “Quel panino l’ho fatto io”, ha detto a bassa voce. “È per lei. Mangia troppo poco, ed è così magro! Buon lavoro.” Poi allontanarsisich entfernensi è allontanata.

     

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