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    Trieste, aria di libertà

    MEDIO
    Adesso 11/2024
    Trieste
    © Franco Cogoli
    Von Alessandro Melazzini

    Una delle prime la sorpresaÜberraschungsorprese di Trieste sono i il citofonoGegensprechanlagecitofoni. Ci trovi dentro un mondo intero. Cognomi slavi, italiani, tedeschi, inglesi, ungheresi. La complessa storia di questa città, che nel corso del il Novecento20. JahrhundertNovecento ha cambiato nazione per ben cinque volte, la ritrovi all’improvviso sui suoi citofoni. Trieste, anzimehr nochanzi, la vicina Muggia, è stata fino alla la caduta del MuroFall der Mauercaduta del Muro l’ultimo avamposto italiano prima della la cortina di ferroEiserner Vorhangcortina di ferro. A parte il fatto che il il confineGrenzeconfine era più permeabiledurchlässigpermeabile di quanto si credesse, anche senza la drammaticità del proprio passato questo il lembo di terraLandstrichlembo di terra giuliana in fondo al Friuli affascina chiunque la visiti per la prima volta.

    Sarà l’l'affabilitàLiebenswürdigkeitaffabilità che colgo in molti dei suoi abitanti, sarà la la suggestioneCharmesuggestione di passeggiare fra palazzi in cui vivono o sono vissuti scrittori eccelsohervorragendeccelsi, come, tra gli altri, Umberto Saba, James Joyce, Italo Svevo; sarà quella riservata e cordiale atmosfera da Mitteleuropa che si avvertirespürenavverte nei suoi leggendari caffè, fatto sta che a Trieste si respira un’inconfondibileunverwechselbarinconfondibile aria di libertà.

    Non a caso le la mulaMaultier, hier: Triesterinmule, come qui vengono chiamate – e senza alcuno lo schernoSpottscherno – le abitanti di Trieste, sono famose da sempre per essere donne indipendenteunabhängigindipendenti, insieme colte e vitali. Al fascino delle donne triestine è stata dedicarewidmendedicata di recente una raffinata mostra: L’l'eternoEwigkeiteterno femmininoweiblichfemminino, presso Palazzo Sartorio. Non distante(weit) entferntdistante dal Sartorio, un’altra istituzione triestina è dedicata all’arte moderna e contemporaneozeitgenössichcontemporanea: il Museo Revoltella. Salire le avvolgentegewundenavvolgenti scale di questo museo ha senso per chiunque passi in città anche solo per bersi un caffè espresso, che da queste parti assume tanti nomi diversi: nero (il normale caffè espresso), capo (espresso macchiato), gocciato (espresso con una goccia di latte), e chi più ne ha più ne mettaund so weiter und so fortchi più ne ha più ne metta, perché ai triestini piace ordinare questa semplice bevanda in mille astrusoabstrusastruse variazioni.

    È stata la letteratura a portarmi a Trieste per la prima volta, ormai più di 20 anni fa, per incontrare Claudio Magris. Avevo appena letto Microcosmi  (1997) e, naturalmente, l’incontro avvenne al Caffè San Marco, seduti a un tavolo che gli veniva sempre riservato. Lo ascoltai parlare dei mille autori che conosceva e aveva studiato, mentre cenava prelevarenehmen, abhebenprelevando del prosciutto da un il vassoioTablettvassoio. Avevo fame, ma non glielo dissi.

    E oggi rieccomi qui, per le la ripresaAufnahmeriprese del mio ultimo documentario, dedicato a uno dei figli più illustri della città: Italo Svevo, al secolo Aron Hector Schmitz (1861-1928). Svevo è un autore che non lascia indifferenti e la sua scrittura rivela non solo il carattere dell’uomo, ma anche quello della sua città.

    Permettetemi di aprire una piccola parentesi. Trieste non è un borgo da cartolina letteraria, ma chi è sensibile al fascino del cosmopolitismo, qui lo trova davvero, in barba atrotz, hier: entgegenin barba a chi negareleugnennega la vitalità di Trieste e la considera solo una città di il commercianteHändlercommercianti. Certo, il il senso degli affariGeschäftssinnsenso degli affari non mancarefehlenmanca ai triestini, al punto che non si capisce bene se Italo Svevo fosse un il letteratoLiteratletterato che per guadagnarsi da vivere faceva l’industriale o uno scaltrodurchtriebenscaltro commerciante con il il vizioLastervizio del fumo e della letteratura. Svevo doveva lavorare per vivere e badare asich kümmern umbadava poco badare asich kümmern uma queste la distinzioneUnterscheidungdistinzioni. Anche se affermarebehauptenaffermava il il contrarioGegenteilcontrario, nonostante gli l'insuccessoMisserfolginsuccessi non smise mai di scrivere e alla fine, con La coscienza di Zenodt. Titel: Zenos GewissenLa coscienza di Zeno, nel 1923 regalò al mondo un romanzo sensazionale e moderno. Ma torniamo al caffè e a una cosa che ho notato per la prima volta quest’anno, durante le riprese del documentario. Mi sono accorto che sulla porta del Caffè San Marco campeggiarethronencampeggia la data della sua apertura: 1914. Come a dire, a Trieste la convivialitàGeselligkeitconvivialità e traumi storici sono un il binomioPaar, Kombinationbinomio molto concreto.

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