Come in nessun altro luogo d’Italia, passeggiare per Trieste significa fare un il saltoSprungsalto nella cultura e nelle atmosfere tipiche della Mitteleuropa. I sontuosi palazzi, i caffè, i profumi del tutto particolari effondereverströmeneffondono ancora oggi tutto il fascino di questa città di confineGrenzdi confine, a lungo fiorente centro artistico e culturale dell’Impero austro-ungarico. Nei secoli, culture, lingue, religioni, usi e costumi fondersisich vermischensi sono fusi generareschaffengenerando una realtà unica. L’attuale capoluogo del Friuli-Venezia Giulia è una città dalla storia affascinante e travagliatomühselig, geplagttravagliata, che ha conosciuto momenti di splendore e periodi bui, come quelli legati ai due conflitti mondiali. La sua la vocazioneBerufungvocazione internazionale l’ha resa luogo d’incontro fra i popoli anche grazie al suo fiorente porto, ancora oggi il più importante d’Italia per il traffico di merciWarenhandeltraffico di merci, e meta di artisti e letterati in cerca d’ispirazione. Trieste è anche la sedeSitzsede di varie eccellenze, molte delle quali in ambito scientificowissenschaftlichscientifico. Per questo è stata designata Capitale europea della Scienza 2020, un il riconoscimentoAnerkennungriconoscimento che la rende protagonista, per un anno intero, di una lunga serie di eventi. La sua vita culturale, del resto, è sempre vivace. Trieste è la città italiana con la più alta concentrazione di teatri per il numero di abitantiEinwohnerzahlnumero di abitanti e non si contano i musei, le gallerie d’arte, le biblioteche e le librerie. Fra tutte, la Libreria Saba, in Via San Nicolò, appartenuta al famoso poeta triestino Umberto Saba, dove si possono trovare libri antichi e preziosi, tra cui la la prima edizioneErstausgabeprima edizione delle sue Poesie, pubblicata nel 1911. Nella città che Saba definì come un luogo dalla “scontrososprödescontrosa la graziaLiebreiz, Anmutgrazia” e paragonarevergleichenparagonò a “un ragazzaccio asprorau, erbittertaspro e voracegefräßigvorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore”, hanno trascorso periodi più o meno lunghi, talvolta innamorandosene perdutamenteleidenschaftlichperdutamente, giganti della letteratura e intellettuali come Italo Svevo, James Joyce, Stendhal o Scipio Slataper. Oggi è possibile scoprire Trieste ricalcare le orme di qcn.in jds. Fußstapfen tretenricalcandone le orme, lungo percorsi urbani dall’indiscutibilefraglosindiscutibile fascino.
Nel cuore di Trieste
Cuore della città è l’imponente Piazza Unità d’Italia, che i suoi oltre 10.000 metri quadri rendono la più grande piazza d’Europa affacciato suamaffacciata sul mare. Come se non bastasse, il il perimetroBegrenzungperimetro del “salotto” triestino è definito da alcuni dei più bei palazzi cittadini: il Palazzo della la LuogotenenzaStatthaltereiLuogotenenza austriaca, sede della prefettura; Palazzo Stratti con il famoso Caffè degli Specchi, celebre il punto di ritrovoTreffpunktpunto di ritrovo per illustri letterati, che nelle sue sale hanno pensato e scritto interi libri; il Palazzo del Municipio, tristemente famoso perché da uno dei suoi balconi, il 18 settembre 1938, Mussolini promulgareverkündenpromulgò le le leggi (pl.) razzialiRassengesetzeleggi razziali. Ci sono poi Palazzo Pitteri, il più antico della piazza, il Palazzo della Regione e Palazzo Vanoli, che oggi ospitarebeherbergenospita il Grand Hotel Duchi D’Aosta e dove si consiglia di pernottareübernachtenpernottare, se si vuole avere il privilegio di ammirare la piazza da l’angolaturaBlickwinkelangolature speciali. Dal 1873 è un lussuoso albergo, ma anche prima, quando era gestirebetreibengestito dal Comune con il nome di Hospitium magnum, era la principale la locandaGasthoflocanda della città. Vi soggiornarono molti importanti personaggi e nel 1768 fu teatro del misterioso l’assassinioErmordungassassinio dell’archeologo e lo storico dell’arteKunsthistorikerstorico dell’arte Johann Joachim Winckelmann. In piazza si trova anche la Fontana dei Quattro Continenti, edificareerrichtenedificata intorno alla metà del 1700 per celebrare la la floridezzaGedeihen, Blütefloridezza e l’internazionalità di Trieste, dove già all’epocadamalsall’epoca confluirezusammenströmenconfluivano merci e persone grazie al grandioso porto, unico lo sboccoZugangsbocco al mare dell’Austria. Aperta verso il mare, la piazza condurreführenconduce al il moloMole, PierMolo Audace, una la lingua di terraLandzungelingua di terra allungatoverlängertallungata nell’acqua, dove triestini e turisti recarsisich begebensi recano volentieri a passeggiare per la suggestiva vista sulla città.
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