Noi italiani siamo diversissimi gli uni dagli altri, da Nord a Sud, da Est a Ovest, ma avere in comunegemeinsam habenabbiamo tutti avere in comuneavere in comunein comune una cosa: una speciale l’attitudine f.Neigung, Verhaltenattitudine per il gusto, la bellezza, o quello che noi consideriamo talesolch, sotale. Un’altra cosa abbiamo in comune (e non è necessariamente un il pregioVorzugpregio, anziim Gegenteilanzi): uno spiccatoauffälligspiccato individualismo, che ci spinge continuamente ainventarsisich ausdenken inventarci un modo di essere che ci distinguereunterscheidendistingua da chiunque altro. Non ci basta considerarci unici, dobbiamo e vogliamo esserlo e, per esserlo, dobbiamo anche mostrarezeigenmostrare di esserlo. Per gli italiani l’l’apparenzaScheinapparenza non è il il contrarioGegenteilcontrario della sostanza, ma un suo elemento costitutivogrundlegendcostitutivo. Essere senza apparire è come essere solo a metà. E al contrario, come dice il proverbio, apparire e non essere è come filare e non tesseremehr Schein als Seinapparire e non essere è come filare e non tessere . Questa la tensioneSpannungtensione tra essere e apparire, fra etica ed estetica, ci costringerezwingencostringe alla creatività e se la creatività trova il il terreno fertilefruchtbarer Bodenterreno fertile di un’intelligenza estremohöchst, extremestrema, viene fuori il genio! Proprio dal genio nascono quei prodotti dell’arte, dell’architettura, del design, della musica, della letteratura e della la scienzaWissenschaftscienza che hanno dato e danno il lustroAnsehenlustro all’Italia.
Ogni mese, nella mia rubrica Cose, prendo un oggetto – non sempre materiale – che considero “tipicamente italiano”, o che ha influirebeeinflusseninfluito sull’l’immaginario collettivokollektive Vorstellungsweltimmaginario collettivo italiano, e lo racconto. Tra questi ci sono stati, e ci saranno, molti oggetti di design. La lampada Tolomeo, la caffettiera Conica di Alessi, la poltrona antropomorfa, della Serie UP, di Gaetano Pesce, la Vespa, la la spillatriceHeftzangespillatrice Zenith 548 della ditta Balma Capoduri, il miticolegendärmitico telefono Siemens s62, disegnato da Lino Saltini, l’elegantissimo il motoscafoMotorbootmotoscafo Riva. Per non parlare delle grandi case automobilistiche, che hanno voluto dare un tocco diein Hauchun tocco di italianità ai loro prodotti di puntaführend, Spitzendi punta. Senza scomodare qc.jdn. bemühenscomodare il solito Giorgetto Giugiaro, cui si dovereverdankendeve lo stile della prima serie della VW Golf, penso a Walter Maria de Silva, che negli ultimi 20 anni ha realizzato alcuni dei modelli di maggior successo per Audi e VW. Potrei andare avanti all’infinitoewig weitermachenandare avanti all’infinito. Questi esempi di stile italiano nel design sono figli di una tradizione artigianoHandwerksartigiana che non ha eguali al mondo e, oltre a questodarüber hinausoltre a questo, hanno in comune il fatto di trascendereübersteigentrascendere la loro la destinazione d’usoBestimmungszweckdestinazione d’uso e persino il loro il valoreWertvalore estetico: tutti questi oggetti sono entrati prepotentementeübermächtigprepotentemente nell’immaginario collettivo degli italiani e hanno finito per appartenereangehörenappartenere al loro il bagaglio culturaleBildungsgutbagaglio culturale.
È una scultura di Maurizio Cattelan, l’artista italiano più quotatogefragt, notiertquotato al mondo, noto per opere provocatorioprovokantprovocatorie come La nona ora, in cui si vede papa Giovanni Paolo II colpitogetroffencolpito da un meteorite. intitolarsiheißenSi intitola L.O.V.E. (la libertàFreiheitLibertà, l’odioHassOdio, la vendettaRacheVendetta, l’eternitàEwigkeitEternità) e dal 2010 troneggiarethronentroneggia in Piazza Affari a Milano, proprio di fronte a Palazzo Mezzanotte, dove ha sede la Borsa. È una statua alta quattro metri, in marmo di Carrara, e rappresenta una mano che “sembra” mostrare il il dito medioMittelfinger, hier: Stinkefingerdito medio. Sembra, poiché le altre dita non sono piegarebeugenpiegate verso il il palmoHandflächepalmo, ma tagliareabschneidentagliate. Dunque un “il saluto romanorömischer Gruß, faschistischer Grußsaluto romano” che diventa un dito medio, due gesti che, sommatoin der Summesommati, danno come risultato un sonoroklangvollsonoro vaffa!leck mich!vaffa... al capitalismo e al fascismo. Sì, se Cattelan non fosse italiano. Ma l’l’irriverenzaRespektlosigkeitirriverenza, la provocazione, il non prendere e non prendere sul serio(sich) ernst nehmenprendersi sul serio, l’autoironia, il gusto della la contraddizioneWiderspruchcontraddizione sono il il trattoMerkmal, Zugtratto più importante dello stile italiano. Insomma, fanno parte del gioco. In questo Cattelan è figlio della tradizione artistica italiana, in cui il il sublimeSublimes, Erhabenessublime dell’arte è sempre mescolarevermischenmescolato con il il potereMachtpotere, anche quando al potere sembra opporsisich entgegenstellenopporsi, anche quando sembra irridereverhöhnenirriderlo. Il che mi richiama alla mente quel genio assoluto di Michelangelo Buonarroti. Basta guardare gli affreschi della Cappella Sistina e, in particolare, Il Giudizio Universaledt. Titel: Jüngstes GerichtIl Giudizio Universale, con quel suo il trionfoSieg, Triumpftrionfo della la sensualitàSinnlichkeitsensualità, quei corpi nudi e muscolosi che ostentareherauskehren, betonenostentano una fisicità tutt’altro che sacra. Dalla composizione sono praticamente assentenicht vorhanden, fehlendassenti i simboli religiosi: una la rotturaBruchrottura completa nei confronti della tradizione, rispetto aim Vergleich zurispetto a Giotto o Beato Angelico. È la critica al potere attraversodurchattraverso l’arte. Un gesto che avveniregeschehenavviene, come per Cattelan, quasi con la la complicitàKomplizenschaftcomplicità del potere stesso. Michelangelo, con la sua l’invettivaSchmähunginvettiva contro la Chiesa all’interno della cappella del il capoHauptcapo della Chiesa. Cattelan, con la sua invettiva contro la la dittaturaDiktaturdittatura della finanza e del capitale proprio di fronte al centro italiano della finanza e del capitale. Due la facciahier: Seitefacce della stessa medaglia, due facce dello stile italiano.
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