Nonostante Il conte di Montecristo abbia reso immortaleunsterblichimmortale l’isola, l’autore di questo romanzo, lo scrittore francese Alexandre Dumas, non vi sbarcò mai. La vide solo da lontano, ma di sicuro gli giungere all'orecchiozu Ohren kommengiunse all’orecchio la leggenda del tesoro nascosto dai il frateMönch, Ordensbruderfrati di San Mamiliano. Ancora oggi, d’altra parte, c’è chi è pronto a scommetterewettenscommettere che il tesoro si trovi ancora qui, probabilmente sotto i resti del il monasteroKlostermonastero. È comprensibile che il mistero avvolgereumgebenavvolga l’isola più lontana dalla costa e meno frequentata dall’uomo. Montecristo da lontano sembra un grande scoglio quasi privo diohneprivo di vegetazione. Invece è un il santuarioHeiligtum, Wallfahrtsortsantuario della fauna e della flora locali: Riserva naturale integrale, Santuario internazionale dei il cetaceoWalcetacei e Riserva della biosfera Unesco. La caratterizzano enormi la prateria di posidoniaNeptungraswiesepraterie di posidonia, i il leccioSteineichelecci millenariotausendjährigmillenari, tra i più antichi d’Europa, il gabbiano reale, le la berta (minore)Mittelmeer-Sturmtaucherberte e le capre selvatiche, il discendenteAbkömmling, Nachfahrediscendenti di esemplari arrivati qui nel Neolitico. Unica struttura dell’isola è la Villa reale, fatta costruire dal botanico inglese George Watson-Taylor alla fine del 1800 e poi venduta a Vittorio Emanuele III di Savoia, che vi ritirarsisich zurückziehensi ritirò per qualche tempo dopo le nozze. Oggi la Villa ospita gruppi di il ricercatoreForscherricercatori, mentre sono al massimo 2.000 all’anno i fortunati turisti autorizzati a visitare Montecristo. I tempi di attesa possono raggiungere i tre anni, ma valere la pena disich lohnenvale la pena di aspettare per sbarcare almeno una volta nella vita su un’isola del tesoro.
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