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    Gargano: un mare di storia

    MEDIO
    Adesso 8/2024
    Gargano
    © Yuriy Brykaylo/Shutterstock.com
    Von Salvatore Viola

    Benvenuti in Puglia. anzivielmehrAnzi, benvenuti sul Gargano. Lo dico a me stesso, mentre me ne sto in albergo, seduto a un tavolo a bordo la piscinaPoolpiscina. In una mano ho un bicchiere di vino, nell’altra un crostone di pane condito con dell’ottimo olio d’oliva locale e un po’ di semplice, ma saporitissimo, pomodoro. Fra un il bocconeBissenboccone e l’altro, mi godo la vista sul mare e sulla spiaggia di Mattinata: una la strisciaStreifenstriscia chiara, un l'orloRandorlo di sabbia e i ciottoli pl.Kiesciottoli che chiude un’ampia la pianaEbenepiana coperta di ulivi che digradareabfallendigrada verso il mare. alla sommitàobenaufAlla sommità, simile a una bianca farfalla, scorgereerblickenscorgo il paese che dà il nome tanto alla piana quanto alla spiaggia. “Questa sì che è vita”, mi dico. Chi mi conosce sa che non faccio parte di quella foltissima la schieraReihe, Scharschiera di miei il connazionaleLandsmannconnazionali convinti che la cucina italiana sia in assoluto la migliore del mondo. Una cosa però bisogna dirla: solo in Italia è possibile, con un paio di ingredienti, improvvisare uno lo spuntinoImbiss, Happenspuntino da leccarsi i baffizum Reinlegen gutda leccarsi i baffi.

    Certo, sul Gargano ci sono stato altre volte, da turista e nelle la localitàOrtlocalità più note. Per esempio a Peschici, con i il vicoloGassevicoli del centro storico che incrociarsisich kreuzensi incrociano, formando quasi un labirinto, e le strette scalinate che scendono fino al mare. Oppure a Vieste, con le sue case di il tufoTuffsteintufo, gli l'arcoBogenarchi e il il basolatoPflasterbasolato di certi vicoli così lucidoblanklucido che quasi ci specchiarsisich spiegelnsi può specchiarsisich spiegelnspecchiare. La la falesiaKlippefalesia su cui la cittadina sembra appoggiata insinuarsiführensi insinua nel mare come una lingua di pietra e proprio sulla punta ergersistehensi erge la chiesa di San Francesco, con il il sagratoKirchplatzsagrato che volge le spalle al mare. Del Gargano, naturalmente, avere memoriasich erinnernho memoria delle giornate trascorse in spiaggia, ogni giorno una diversa: la la baiaBuchtbaia Jalillo, la spiaggia di Zaiana, per dire di quelle di Peschici; San Felice, Campi, Porto Piatto, per dire di quelle di Vieste. Ricordo le la gitaAusfluggite in canoa e, la sera, le cene a base di pesce nei caratteristici il trabuccotraditionelle Fischfanganlagetrabucchi, simili a la palafittaPfahlbaupalafitte in legno, un tempo usati per la pesca e oggi trasformati in ristoranti.

    A colpireauffallencolpirmi già durante le prime visite era stato il verde, e non solo nel senso del colore, che qui si può ammirare in tutte le sue la tonalitàSchattierungtonalità. Il il promontorioVorgebirge, Halbinselpromontorio del Gargano è verde come nessun altro luogo in Puglia. Si va dal il verde scuroDunkelgrünverde scuro della Foresta Umbra a quello argenteosilbrigargenteo degli ulivi secolarejahrhundertealtsecolari che ricoprono come un manto le piane, al verde intenso della macchia mediterranea che colora la zona costiera, al verde smeraldo del mare.

    Mi trovo nella parte meridionalesüdlichmeridionale della penisola garganica, forse quella meno battutobesuchtbattuta dai turisti, ma di certo non meno attraente. Qui al paesaggio incantevolebezauberndincantevole, al mare e alla natura, unirsisich vereinensi uniscono cultura e tradizioni antichissime, ricche di fascino e mistero. La storia che sto per raccontarvi parla di orchidee e di un antico il monasteroKlostermonastero; di la camminataWanderungcamminate lungo il sentieroPfadsentieri affacciato sudirekt amaffacciati sul mare e di spiagge da sogno circondate da bianche e alte falesie; di un il farmacistaApothekerfarmacista con la sigaretta e di un popolo che scolpiremeißelnscolpiva le sue storie nella pietra; parla di sapori e di buon vino; parla di una cittadina che può vantaresich rühmenvantare ben due il sito UnescoUnesco-Stättesiti Unesco e un culto che condivideregemeinsam habencondivide con una famosa località della lontana Normandia. L’l'ordine m.Reihenfolgeordine dei temi è, naturalmente, casualezufälligcasuale.

    C’era una volta un farmacista…

    C’era una volta un farmacista che si chiamava Matteo Sansone. Non doveva essere molto alto, almeno a giudicareurteilengiudicare dal il cartonatoPappfigurcartonato a grandezza naturale che lo ritrae con tanto dikomplett mitcon tanto di i baffi pl.Schnurrbartbaffi, il camiceKittelcamice bianco da farmacista e sigaretta. Se all’epoca in cui è stata scattata la foto non era raro incontrare un farmacista con il il vizioLastervizio del fumo, il suo cartonato con sigaretta collocato all’ingresso del Museo archeologico nazionale di Mattinata appare come una piccola la stravaganzaSkurrilitätstravaganza. Mi fanno subito notare che la mia meraviglia è mal ripostounangebrachtmal riposta. Se avessi letto il nome completo del museo, me rendersi contoerkennenne sarei reso conto da solo: Museo archeologico nazionale di Mattinata “Matteo Sansone”. Solo grazie al farmacista e alla sua famiglia, che hanno donareschenkendonato la la bellezzaFüllebellezza di 2.500 il repertoFundstückreperti, molti dei quali ottimamente conservati, il museo può vantare una collezione di manufatti di enorme il valoreWertvalore dal punto di vista sia archeologico che storico. I reperti raccontano la storia della Daunia e dei Dauni.

     

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