Civita di Bagnoregio

Era tanto che non venivo a Civita di Bagnoregio. Ai tempi, parcheggiavo la macchina a Lubriano, poi mi sedevo in un ristorantino, l’Hostaria del Ponte, e lì – sotto un il pergolatoLaubepergolato di fiori e viti, di fronte a un piatto di i picidicke, spaghetti-ähnliche Nudelnpici fatti a mano – mi godevo la vista di questo meraviglioso paesino a forma di nave, circondareumgebencircondato da un il paesaggioLandschaftpaesaggio di l'argillaTonargille che dà l’impressione di trovarsi su Marte. Sì, perché Civita è costruirebauencostruita su una la falesiaSteilhangfalesia, sospesoschwebendsospesa nell’aria come un il nido d’aquilaAdlerhorstnido d’aquila e collegata alla la terrafermaFestlandterraferma da un unico ponte, stretto e lunghissimo, percorribilebegehbarpercorribile soltanto a piedi. Solo qualche anno fa, gli abitanti trasportavano le valigie e la spesa a il dorsoRückendorso di il muloMaultiermulo. Oggi molte cose sono cambiate. Il mio ristorantino non esiste più, ha chiuso per colpa delle la franaErdrutschfrane, croce e deliziaFluch und Segencroce e delizia di queste zone della Tuscia laziale. in compensodafürIn compenso, in paese hanno aperto molti ristorantini nuovi e squisiti.

Civita, un tempo notobekanntnota a pochi amanti del turismo lento, è diventata una meta del turismo mondiale: centinaia di migliaia di visitatori vengono ogni anno a visitarla, una cifra notevolebeachtlichnotevole per un paesino che conta una cinquantina di case e una quindicina di abitanti. L’organizzazione è ottima: non ci sono più i muli, ma dei moderni il trattorinokleiner Traktortrattorini rossi a motore, a disposizione di turisti e abitanti per portare oggetti pesanti in un paese che non conosce le macchine. Una biglietteria chiede un il contributoGebühr, Beitragcontributo di 5 euro per visitare questo bellissimo il museo a cielo apertoFreilichtmuseummuseo a cielo aperto.