Perché si dice “finire a tarallucci e vino”?

Lo ammetto, “finire a tarallucci e vinosich in Wohlgefallen auflösenfinire a tarallucci e vino” è uno dei modi di dire italiani che preferisco, perché si capisce subito che le cose vanno a finire bene. Per comprendere fino in fondo il senso di questa espressione, che può assumere anche una sfumatura negativa, ascoltiamo il prossimo brano.

Questa espressione molto diffusa in italiano significa “concludere un il litigioStreitlitigio con un compromesso amichevole, in un clima sereno”. I taralli (tarallucci è un diminutivo) sono il prodotto da fornoBackwareprodotti da forno tipici dell’Italia centro-meridionale. Possono essere salati o dolci. Vengono preparati con un l'impastoTeigimpasto di la farinaMehlfarina, acqua e olio, con aggiunta di sale o zucchero. Spesso sono aromatizzatogewürztaromatizzati all’l'anice m.Anisanice, al il finocchioFenchelfinocchio, al pepe e, quelli dolci, con lo zucchero glassatoZuckerglasurzucchero glassato. Nella tradizione contadina i taralli venivano consumati durante o alla fine del pasto. Spesso venivano serviti agli ospiti con un bicchiere di vino, in il segno di benvenutoWillkommensgrußsegno di benvenuto, la cordialitàFreundlichkeitcordialità e l'amiciziaFreundschaftamicizia. Sono quindi il simbolo ideale per indicare che non ci sono problemi o la divergenzaMeinungsverschiedenheitdivergenze.

Nel linguaggio giornalistico, l’espressione ha assunto però un senso negativo che prima non aveva: quando si parla di accordi politici o di gravi crisi, dire che tutto è finito a tarallucci e vino significa che c’è stato un l'insabbiamentoVertuschunginsabbiamento, un accordo sottobancoim Hinterzimmersottobanco.