L'Italia ha 60 siti Unesco

E siamo arrivati a 60. No, non parliamo di anni, ma di siti italiani che fanno parte del patrimonio Unesco. L'ultimo in ordine di tempo è la Via Appia, che collega Roma a Brindisi.

I il sitoStättesiti italiani iscritti nella lista del Patrimonio mondiale Unesco sono 60. L’ultimo, in l'ordine f.Reihenfolgeordine di data, è la Via Appia, entrata ufficialmente nella lista lo scorso 27 luglio. Un riconoscimento che porta l’Italia al primo posto di questa particolare la classificaRanglisteclassifica, seguita dalla Cina (59 siti), dalla Germania (54 siti) e dalla Francia (53 siti). La Via Appia è una delle strade più importanti dell’antica Roma, tracciarehier: anlegentracciata, per l'esigenzaZweck, Bedürfnisesigenze militari, dal censore Appio Claudio nel 321 a.C., poi ampliareausbauenampliata nel 109 d.C. da Traiano. All’inizio collegava Roma a Capua, in Campania. Poi è stata prolungareverlängernprolungata fino a Brindisi, in Puglia. Fin dall’inizio la Via Appia era una via publica e tutti potevano percorrerla senza pagare, perché realizzata su terreni espropriatoenteignetespropriati, dunque 60 di proprietà diim Eigentum vondi proprietà dello stato. Con gli anni ha acquisito importanza strategica e commercialewirtschaftlichcommerciale, oltre che turistica. Lungo le prime 12 il miglioMeilemiglia della strada ci sono monumenti famosissimi. Ecco qualche esempio: il mausoleo di Cecilia Metella, caratterizzato da un grande basamento e da un bel il fregioFriesfregio di marmo con il festoneGirlandefestoni nella parte superiore; le catacombe di San Callisto, il il cimiteroFriedhofcimitero più antico e meglio conservato della Via Appia; i tre l'edificioGebäudeedifici che formano la villa di Massenzio, cioè il palazzo, il circo e il mausoleo; la basilica di San Sebastiano, costruita nel luogo dove, per la tradizione, erano stati custoditoaufbewahrencustoditi per un po’ di tempo i corpi degli apostoli Pietro e Paolo dopo il martirio; la villa dei Quintili, che è la più estesa villa suburbana di Roma.