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Gli anni Settanta sono ricordati come gli anni del terrorismo e delle Brigate Rosse, ma sono stati anni anche di grandi conquiste nel mondo del lavoro e di trasformazioni sociali. Cambia anche il mondo dello spettacolo, la televisione diventa a colori e nella musica appaiono personaggi che rompono completamente con il passato.
Nell’immaginario collettivo, gli anni Settanta sono un periodo cupo, in cui l’impegno politico e aspri conflitti sociali vanno di pari passo con una profonda crisi economica. Forse perché nell’Europa occidentale l’Italia è la nazione in cui il Partito comunista è più forte, alcuni settori “deviati” arrivano addirittura a tentare un colpo di stato. La lotta studentesca si mescola a quella operaia e alcune frange non solo teorizzano, ma praticano la lotta violenta, dando vita a bande terroristiche come le Brigate Rosse. Dall’altra parte, anche il terrorismo di destra lascia la sua scia di sangue. Insomma, sono quelli che, come in un famoso film di Margarethe von Trotta, verranno chiamati “anni di piombo”.
Eppure sarebbe sbagliato ridurre gli anni Settanta solo a questo. Nel ventennio precedente l’Italia ha vissuto una vera e propria metamorfosi e da nazione rurale è diventata la settima potenza industriale del mondo. Un cambiamento che ha avuto un impatto immenso anche sulla società, che è viva, creativa e in continuo movimento. Sono gli anni delle grandi conquiste e delle grandi trasformazioni sociali. Con il nuovo diritto di famiglia (legge 151 del 1975) le donne ottengono l’assoluta parità con gli uomini.
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