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Cecilia Sala, 27 anni, è una giornalista italiana specializzata in politica estera. Attraverso il suo podcast Stories, registrato direttamente sul posto con lo smartphone, ha raccontato la guerra in Ucraina. Scopriamo qualcosa in più su di lei.
Il chador ad avvolgereumhüllenavvolgerle il capo, grandi occhi color castagna. Era il 2021 e, in collegamentozugeschaltetin collegamento dall’Afghanistan, Cecilia Sala raccontava ai il telespettatoreFernsehzuschauertelespettatori le tragedie di cui era appena stata il/la testimoneZeuge/Zeugintestimone a Mazar-i Sharif. Da allora è una la celebritàBerühmtheitcelebrità. Non solo, ovviamente, per la sua smagliantestrahlendsmagliante bellezza, ma soprattutto per il modo in cui il nuovo giornalismo digitale farsi stradasich verbreitensi fa strada senza perdere in precisione, conquistareerobernconquistando anzi nuovo pubblico. Durante il conflitto afghano come adesso, nella nuova tragedia in Ucraina, Cecilia c’è, in direttalivein diretta sotto le bombe, accanto ai il civileZivilistcivili, per le strade delle città martoriarepeinigenmartoriate dai il missileRaketemissili. In mano ha il suo telefonino e ad animareantreibenanimarla è la forza di raccontare dal vivo la guerra sul campovor Ortsul campo, con la sua voce sempre pacatoruhigpacata. Il telefonino, sì, è questo lo strumento magico con cui Cecilia, reporter di guerra di 27 anni, registrareaufnehmenregistra le immagini e le interviste, per poi trasmettereübertragentrasmettere il suo commento giornaliero sul podcast Stories, prodotto da Chora Media. Cecilia racconta quel che succede, oggi i drammi della gente in Ucraina. lanciarehier: postenLancia la notiziaBeitragnotizie anche sul suo profilo Instagram, seguito da oltre 330.000 follower, e sul suo account Twitter, con altri 50.000 fan. Proprio i formati sempre più “liquidohier: grenzenlosliquidi” del giornalismo digitale l’hanno resa famosa: Polvere, un altro podcast che aveva creato per Huffington Post con la collega Chiara Lalli, era un’l'inchiestaUntersuchunginchiesta in otto la puntataFolgepuntate sull’l'omicidioMordomicidio di Marta Russo, la studentessa uccisa nel 1997 da un misterioso colpo di pistola all’Università La Sapienza, a Roma. Il podcast è stato così seguito che alla fine è diventato un bel libro: Polvere. Il caso Marta Russo, pubblicareherausgebenpubblicato da Mondadori.
“Certo che ho paura, sarei un’idiota se non l’avessi”, risponde Cecilia a chi le chiede se non la spaventareAngst machenspaventa fare la reporter di guerra. “Ma penso – aggiunge – che si capisca meglio la guerra se la vedo da qui”. Cecilia laurearsiHochschulstudium abschließensi è laureata in Economia internazionale a Milano; dopo le sue prime l'apparizioneAuftrittapparizioni nei talk show ha iniziato a collaborare con vari il programma di approfondimentoDiskussionssendungprogrammi di approfondimento, ad esempio con Servizio pubblico, diretto da Michele Santoro. Ad affascinare questa giornalista coraggiosa sono da sempre la la politica esteraAußenpolitikpolitica estera e i fronti di guerra. Dopo aver pubblicato reportage dall’America Latina e dal Medio Oriente per Vanity Fair o il il settimanaleWochenzeitschriftsettimanale L’Espresso, ora scrive per il il quotidianoTageszeitungquotidiano Il Foglio. Instancabile, dal 2021 Cecilia condurreleitenconduce con Guido Canali Fuori dalla bolla, una la rassegna stampaPresseschaurassegna stampa che fa parte della piattaforma Good Morning Italia. L’ispirazione della giovane giornalista? Oriana Fallaci, chiaramente, la grande giornalista fiorentina che a partire dagli anni Sessanta pubblicò tanti reportage dai più importanti il teatro di guerraKriegsschauplatzteatri di guerra del mondo.
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